Il bando Ismea +Impresa: l'incentivo per l'imprenditoria in agricoltura

Pubblicato il 14 luglio 2025 alle ore 08:06

Nel delicato equilibrio tra tradizione e innovazione che oggi attraversa il mondo agricolo, il bando “Più Impresa” promosso da ISMEA rappresenta una delle misure più coraggiose e sistemiche del nostro ordinamento. Si tratta di uno strumento pensato per favorire concretamente l’accesso alla terra e al credito da parte dei giovani e delle donne, sostenendo con risorse pubbliche chi sceglie di investire il proprio futuro nell’agricoltura. È un’azione ambiziosa, strutturata, pensata per accompagnare con rigore e realismo sia chi decide di rilevare un’azienda già attiva, sia chi intende potenziare e innovare una realtà agricola già consolidata. Nel panorama frammentato delle politiche agricole, si presenta come un modello coerente e stabile, capace di dare sostanza a due delle sfide più urgenti: il ricambio generazionale e l’accesso all’imprenditoria femminile.

Cos’è “Più Impresa”

Il bando, formalmente definito come “Misure in favore dell’autoimprenditorialità giovanile e femminile in agricoltura”, è stato approvato con decreto interministeriale del 23 febbraio 2024 e costituisce un’applicazione operativa del Titolo I, Capo III del D.lgs. 185/2000, così come riformulato negli ultimi anni. L’intervento è gestito da ISMEA e si articola in due principali linee di azione: da un lato, il cosiddetto subentro, che consente a un’impresa giovane o femminile di rilevare integralmente un’azienda agricola esistente; dall’altro, l’ampliamento, cioè il rafforzamento e la crescita di un’impresa agricola già attiva, purché guidata da un giovane o da una donna in possesso dei requisiti soggettivi. In entrambi i casi, la logica è quella di premiare chi ha una visione organica di sviluppo, chi intende costruire un’impresa duratura, coerente con le priorità ambientali, digitali ed economiche del nostro tempo. “Più Impresa” è, quindi, un’infrastruttura finanziaria pensata per trasformare in impresa agricola stabile una vocazione progettuale solida.

Chi può accedere

Il bando è rivolto a micro, piccole e medie imprese costituite in qualsiasi forma giuridica, a condizione che operino nel settore agricolo in maniera esclusiva e che siano guidate, nella sostanza oltre che nella forma, da soggetti under 41 o da donne con qualifica di imprenditore agricolo professionale o di coltivatore diretto. Nel caso di subentro, l’impresa beneficiaria deve essere stata costituita da non più di sei mesi alla data della domanda, e deve assumere la conduzione totale dell’azienda agricola cedente entro tre mesi dalla delibera di ammissione. Il titolare o legale rappresentante deve inoltre essere più giovane di chi cede l’azienda. Nel caso di ampliamento, è richiesto che l’impresa sia attiva da almeno due anni. In ogni caso, le imprese devono essere formalmente regolari, non trovarsi in stato di difficoltà o sotto procedimenti fallimentari, non avere protesti né pendenze pregresse con ISMEA o altre autorità pubbliche, e non aver già beneficiato di contributi a valere sullo stesso regime. Viene inoltre richiesto che la sede operativa dell’impresa sia sul territorio nazionale e che i soci non detengano quote in altre imprese già beneficiarie dello stesso regime, per almeno cinque anni.

Quali sono i settori e le attività ammissibili

Il bando si applica a tutte le imprese agricole che operano nei settori della produzione, della trasformazione e della commercializzazione di prodotti agricoli, a condizione che l’attività prevalente sia agricola in senso stretto, secondo la definizione di cui all’art. 2135 del Codice Civile. Non sono invece ammissibili progetti che riguardino esclusivamente attività di diversificazione, come l’agriturismo o la produzione energetica, se non integrati in una filiera agricola principale. Le attività devono essere coerenti con gli obiettivi generali del bando, ovvero l’efficienza energetica, la riduzione della dipendenza chimica, la gestione sostenibile delle risorse naturali, la lotta alla perdita di biodiversità, la digitalizzazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici. I progetti non possono essere avviati prima della presentazione della domanda e devono svolgersi su superfici agricole già condotte o acquisite attraverso le agevolazioni.

Cosa finanzia il bando

Il bando finanzia progetti organici e integrati, capaci di migliorare la sostenibilità e la competitività dell’impresa agricola nel medio-lungo periodo. L’intervento può riguardare la realizzazione di opere agronomiche e fondiarie, la costruzione o ristrutturazione di fabbricati, l’acquisto di macchinari e attrezzature nuove di fabbrica, l’introduzione di software gestionali e soluzioni digitali, la produzione di energia rinnovabile per autoconsumo, gli impianti fotovoltaici, l’acquisto di diritti di utilizzo, licenze, brevetti, marchi. Sono ammissibili anche le spese per lo studio di fattibilità, le perizie, la progettazione tecnica, a condizione che non superino il 12% dell’investimento complessivo. Per i soli progetti produttivi, è ammesso anche l’acquisto di terreni, ma solo entro il limite del 10% del valore totale. Non sono invece ammesse le spese ordinarie, quelle già effettuate, quelle per la semplice sostituzione di beni esistenti, l’acquisto di animali, piante annuali o diritti all’aiuto. Ogni bene deve essere tracciabile, funzionale al progetto e privo di legami economici con i soggetti proponenti.

Quanto si può ottenere

Il contributo pubblico si articola in due componenti: un mutuo agevolato a tasso zero, fino al 60% della spesa ammissibile, e un contributo a fondo perduto fino al 35%. L’importo massimo complessivo dell’investimento finanziabile è pari a 1.500.000 euro IVA esclusa. In ogni caso, il valore del mutuo deve essere almeno pari al fondo perduto. Per i progetti più ambiziosi, realizzati da giovani agricoltori o con forte contenuto ambientale, l’intensità dell’aiuto può salire fino all’80%, ma sempre nel rispetto dei limiti imposti dal diritto europeo in termini di Equivalente Sovvenzione Lorda (ESL). L’importo massimo dell’aiuto, in ESL, non può superare i 600.000 euro per la produzione agricola e i 300.000 per le attività accessorie. È sempre richiesto un apporto di mezzi propri o di terzi, a copertura della parte residua del progetto, comprensiva dell’IVA.

Come presentare la domanda

La procedura è interamente informatizzata e si sviluppa in due fasi: preconvalida e convalida. Il richiedente deve accreditarsi sul portale dedicato (strumenti.ismea.it), compilare tutti i moduli richiesti, allegare lo studio di fattibilità e la documentazione tecnica, preconvalidare la domanda e solo successivamente trasmetterla in via definitiva nel periodo di apertura dello sportello. L’ordine cronologico fa riferimento esclusivamente al momento della convalida. Tutti i documenti devono essere firmati digitalmente e caricati in formato PDF. La procedura richiede attenzione, precisione e il rispetto assoluto dei requisiti soggettivi e oggettivi previsti. L’istruttoria, condotta da ISMEA, verifica la sostenibilità economica, la solidità del piano industriale, la congruità dei preventivi e la coerenza del progetto con gli obiettivi del bando. La delibera di ammissione viene comunicata tramite PEC entro sei mesi.

Conclusioni e prospettive operative

In sostanza, si tratta di una misura per chi ha un progetto vero, radicato nel tempo, capace di coniugare sostenibilità, innovazione e capacità gestionale. Serve rigore nella pianificazione, cura nella documentazione, capacità di relazione con i consulenti tecnici e finanziari, e una visione d’insieme. Ma per chi sceglie davvero di investire in agricoltura, questo bando rappresenta uno dei pochi strumenti pubblici in grado di offrire un sostegno sostanziale, stabile e coerente. Ottenere il finanziamento significa entrare in un percorso di crescita, costruire un’impresa solida e contribuire alla transizione del settore agricolo verso un futuro più giusto, efficiente e resiliente.

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Decreto ministeriale
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Istruzioni applicative
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Informativa privacy
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