Mini PIA Taranto: l'incentivo per la transizione sostenibile

Pubblicato il 6 luglio 2025 alle ore 19:04

Guida al bando Mini PIA Taranto

Qui troverete una guida pratica e dettagliata in formato ebook, pensata per rendere semplice l’accesso al bando. Scritta in modo chiaro e concreto, è utile sia ai professionisti del settore che ai clienti interessati a investire sul territorio. Agile, ecologica e subito consultabile.


Nel complesso scenario della transizione ecologica, il Mini PIA Taranto rappresenta una delle azioni più mirate e strategiche della Regione Puglia. Si tratta di uno strumento ideato per favorire il rilancio produttivo della provincia di Taranto, storicamente legata a settori industriali pesanti, accompagnandola verso un’economia sostenibile, digitale e innovativa. È una misura potente, ambiziosa e riservata esclusivamente a questo territorio, con l’obiettivo dichiarato di trasformare le fragilità in opportunità di crescita.

Cos’è il Mini PIA Taranto

Il Mini PIA – acronimo di Pacchetto Integrato di Agevolazioni – è un intervento finanziato attraverso il Fondo per una Transizione Giusta (JTF), previsto dall’Unione Europea per i territori più esposti agli effetti sociali della decarbonizzazione. Il bando è stato strutturato per stimolare nuovi investimenti in innovazione tecnologica, tutela ambientale, digitalizzazione e sviluppo del capitale umano, con una logica integrata. Questo significa che il progetto finanziabile deve contenere più componenti – non basta il solo acquisto di macchinari – e rispondere concretamente alle sfide del territorio. A gestirlo è Puglia Sviluppo, braccio operativo della Regione.

Chi può accedere

Il bando si rivolge a micro e piccole imprese, lavoratori autonomi e professionisti che abbiano (o intendano aprire) una sede operativa in uno dei comuni della provincia di Taranto. Sono ammesse anche nuove imprese e start-up, purché formalmente costituite entro i tempi stabiliti. Possono partecipare singole realtà o aggregazioni stabili sotto forma di reti d’impresa o consorzi, a patto che il progetto sia effettivamente condiviso e coordinato. Il requisito chiave è la regolarità giuridico-amministrativa: l’impresa deve essere attiva, in regola con DURC e normative di sicurezza, e non trovarsi in stato di difficoltà economica. Sono esclusi, per contro, i soggetti che abbiano pendenze fiscali o che abbiano ricevuto altri contributi sugli stessi investimenti.

I settori ammessi e quelli esclusi

Il Mini PIA è molto ampio nella sua applicazione, ma pone limiti precisi. Sono ammessi progetti nei settori manifatturiero, artigianale, dei servizi, del commercio e del turismo, purché l’attività proposta sia compatibile con le finalità del bando. Non sono ammessi invece gli ambiti legati a energia fossile, nucleare, tabacco, pesca, agricoltura primaria e trasporto pubblico. Particolare attenzione è richiesta per i progetti nel settore del trattamento dei rifiuti, che sono ammessi solo previa valutazione tecnica regionale. L’impresa, inoltre, non potrà delocalizzare l’attività finanziata né ridurre l’organico per tre anni, a garanzia di un impatto stabile sul territorio.

Cosa finanzia il bando

Ogni progetto deve prevedere almeno due componenti: un investimento produttivo (come nuovi impianti o tecnologie) e un intervento di innovazione (gestionale, organizzativa, tecnologica). A queste si possono aggiungere altre azioni, tra cui formazione del personale, miglioramenti ambientali e strategie di internazionalizzazione. La logica è quella di costruire progetti integrati, capaci di aumentare la competitività, ridurre l’impatto ambientale e generare occupazione di qualità. È possibile, ad esempio, acquistare macchinari digitali, introdurre un nuovo software gestionale, formare i dipendenti sulle nuove tecnologie e partecipare a una fiera internazionale per promuovere i prodotti aziendali.

Le spese ammissibili

Il bando copre una vasta gamma di spese, a condizione che siano coerenti con il progetto e debitamente documentate. Tra queste rientrano i costi per terreni, capannoni, attrezzature, software, consulenze, progetti di ricerca e innovazione, certificazioni di qualità, impianti fotovoltaici e molto altro. È esclusa invece ogni spesa non tracciabile o ordinaria (come pubblicità generica, consulenze contabili, scorte di magazzino, mezzi non funzionali alla produzione). Ogni spesa deve essere capitalizzabile, con l’unica eccezione delle componenti formative e consulenziali.

Quanto si può ottenere

Il contributo offerto dal Mini PIA è altamente competitivo. La soglia d'ingresso è fissata a 30.000 euro, mentre il tetto massimo è a 5.000.000 euro. Si tratta di un mix tra fondo perduto, copertura degli interessi bancari e garanzie sui finanziamenti. La percentuale varia in base alla tipologia di intervento, ma può arrivare fino al 70% dei costi ammissibili. Per accedere all’aiuto massimo, il progetto deve includere anche un mutuo bancario pari ad almeno la metà del costo complessivo. È prevista una premialità del 5% per chi assume nuovi dipendenti, riutilizza immobili dismessi, promuove la parità di genere o adotta politiche ESG. Per le reti d’impresa, i massimali cambiano: si finanziano solo attività immateriali e con un costo totale tra 500.000 e 2 milioni di euro.

Come presentare la domanda

La procedura è interamente telematica e articolata in più fasi. L’impresa si registra sulla piattaforma regionale, compila la domanda online e la trasmette a una banca o a un confidi accreditato, che svolge la propria istruttoria e delibera il mutuo. Solo a quel punto la domanda viene inviata ufficialmente alla Regione. Da lì parte la valutazione, che si compone di una verifica formale e di un’istruttoria di merito molto dettagliata. Il progetto viene esaminato sotto il profilo tecnico, ambientale, occupazionale e strategico. L’eventuale contributo viene erogato solo a spese sostenute e progetto concluso: per questo è fondamentale una buona pianificazione finanziaria, anche in fase iniziale.

Conclusioni e consigli operativi

Il Mini PIA Taranto non è un bando per tutti. È uno strumento pensato per chi ha un’idea concreta, un progetto ben strutturato, la volontà di crescere e il coraggio di innovare. Serve impegno, competenza e capacità di gestire procedure complesse. Ma per chi vuole davvero investire nel territorio, si tratta di un’occasione straordinaria. Riuscire ad ottenere questo contributo significa dotarsi di strumenti competitivi, rafforzare la propria impresa e contribuire a una nuova idea di sviluppo per Taranto.

Per approfondire il bando, conoscere nel dettaglio i punteggi di valutazione e ricevere supporto nella candidatura, puoi:

– guardare il nostro webinar gratuito,
– leggere la guida completa nel nostro libro (formato ebook),
– ascoltare il nostro podcast,
– oppure contattarci per una consulenza personalizzata.


Qui puoi scaricare i documenti del bando

Determina regionale
PDF – 288,6 KB
Avviso Mini PIA
PDF – 1,6 MB
All. 1 - Glossario
PDF – 681,6 KB
All. 2 - Mini Pia
PDF – 3,2 MB
All. 3 - Codici Ateco
PDF – 673,2 KB
All. 4 - Modulistica
PDF – 5,9 MB
All. 5 - Criteri
PDF – 1,2 MB

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