NIDI: incentivo all'autoimprenditorialità in Puglia

Pubblicato il 4 luglio 2025 alle ore 10:17

Nel panorama delle politiche pubbliche a sostegno dell’imprenditorialità, NIDI rappresenta una delle misure più strutturate e incisive della Regione Puglia. L’obiettivo del bando è semplice, ma ambizioso: aiutare chi si trova in condizioni di svantaggio economico o lavorativo a trasformare un’idea in un’impresa vera e propria. Non si tratta di un semplice contributo, ma di un percorso completo, che accompagna la persona dalla progettazione all’avvio dell’attività, con un supporto economico articolato e strumenti di accompagnamento.

Cos’è esattamente NIDI

Il bando NIDI, acronimo di Nuove Iniziative d’Impresa, è un’iniziativa della Regione Puglia, realizzata attraverso il programma FESR-FSE+ 2021–2027, e gestita da Puglia Sviluppo S.p.A. Il suo scopo è quello di sostenere la nascita di microimprese attraverso una combinazione di aiuti pubblici che include contributi a fondo perduto, prestiti a tasso zero e forme di assistenza finanziaria rimborsabile a condizioni agevolate. Il sostegno offerto è particolarmente importante per chi, pur avendo una buona idea, non dispone delle garanzie patrimoniali o delle risorse necessarie per accedere al credito ordinario. L’iniziativa prevede anche servizi di accompagnamento professionale, in particolare per le imprese femminili e giovanili, con il coinvolgimento dell’Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione (ARTI).

A chi è rivolto il bando

NIDI si rivolge a soggetti considerati svantaggiati dal punto di vista lavorativo o economico. Tra questi rientrano i giovani tra i diciotto e i trentacinque anni, le donne maggiorenni non pensionate e non occupate stabilmente con contratto a tempo pieno, i disoccupati, i lavoratori in cassa integrazione o mobilità, i titolari di partita IVA con basso fatturato, i soci di cooperative sociali che operano in beni confiscati, e coloro che hanno partecipato con successo al programma PIN – Pugliesi Innovativi. Sono ammissibili anche soggetti non ancora costituiti in impresa, a condizione che la costituzione avvenga entro trenta giorni dalla comunicazione positiva sull’istruttoria. È importante sapere che il requisito del “soggetto svantaggiato” deve essere posseduto almeno dal cinquanta per cento dei soci e del capitale sociale, e viene verificato con grande attenzione anche attraverso colloqui individuali. Non possono accedere alla misura, ad esempio, coloro che percepiscono una pensione di vecchiaia o anzianità, i titolari di altra partita IVA attiva e produttiva, i dipendenti con contratto a tempo indeterminato superiore a venti ore settimanali, o chi è già titolare o amministratore di un’altra impresa.

I settori ammissibili e quelli esclusi

La misura è ampia ma non illimitata. Sono ammesse numerose attività, a partire dal comparto manifatturiero fino a quello dei servizi alla persona, passando per l’edilizia, le riparazioni, la ristorazione, l’assistenza sanitaria e sociale, l’istruzione, la consulenza professionale (purché svolta in forma associata), l’artigianato, le attività ricettive extralberghiere e il commercio elettronico, quest’ultimo limitato alle imprese giovanili e femminili. Le attività devono essere svolte in modo professionale, stabile e organizzato: è richiesto che il richiedente abbia le competenze per operare nel settore, con eventuali titoli di studio o esperienze lavorative documentate. Per la ristorazione, ad esempio, è necessario avere almeno ventisei settimane di lavoro effettivo nel settore o un diploma tecnico-professionale specifico. Non sono invece ammissibili le attività nel settore primario agricolo, nella pesca, nella siderurgia, nel commercio tradizionale, nelle attività stagionali, nei giochi d’azzardo e nel trasporto marittimo di passeggeri.

Le spese coperte dalla misura

Il programma deve prevedere un insieme coerente di spese che permetta l’effettivo avvio dell’attività. Sono considerate ammissibili le spese per attrezzature, arredi, lavori edili (entro un tetto massimo), software, macchine d’ufficio, consulenze professionali e servizi digitali. È previsto inoltre un contributo specifico per le spese di gestione sostenute nei primi sei mesi, come affitto, utenze, assicurazioni o canoni di servizi. Queste spese, che non vanno indicate nella domanda preliminare, devono però essere rendicontate a consuntivo. Non tutte le spese sono coperte al cento per cento: l’IVA, ad esempio, resta a carico dell’impresa, salvo casi particolari. Inoltre, non è necessario disporre subito di un contratto di affitto o di proprietà dell’immobile, ma è indispensabile indicare un locale con estremi catastali e destinazione d’uso coerente con l’attività. Le FAQ chiariscono che l’impresa può essere ancora da costituire al momento della domanda, ma il luogo dove si intende operare deve essere già individuato e compatibile.

Quanto si può ottenere e in che forma

L’investimento minimo previsto è pari a diecimila euro, mentre il massimo dipende dalla categoria di appartenenza. Le compagini giovanili possono presentare progetti fino a cinquantamila euro, le imprese femminili fino a centomila, e tutte le altre tipologie fino a centocinquantamila. L’agevolazione si compone di una parte a fondo perduto e una parte da restituire, ma in misura diversa a seconda del profilo. Per progetti fino a cinquantamila euro, il contributo può coprire l’intero importo. Per importi superiori, la percentuale di copertura scende: per i progetti fino a centomila euro, l’aiuto è del novanta per cento (quarantacinque per cento a fondo perduto e quarantacinque per cento come prestito), mentre per i progetti più grandi, l’aiuto scende all’ottanta per cento. Le imprese femminili e le compagini giovanili beneficiano di una combinazione ancora più favorevole: metà dell’investimento è coperto a fondo perduto, un quarto come prestito e un altro quarto come assistenza rimborsabile. A questi si aggiunge un contributo aggiuntivo per le spese di gestione, pari a diecimila euro, che può salire a quindicimila nel caso dei giovani e delle donne, se si investe anche in digitalizzazione. È fondamentale tenere presente che la parte di spesa non coperta dall’agevolazione, così come l’IVA, deve essere anticipata dal proponente e dimostrata prima della concessione.

Come si accede concretamente al bando

La domanda si presenta esclusivamente in via telematica attraverso il portale Sistema Puglia. La procedura è a sportello, cioè non prevede scadenze, e le domande vengono esaminate in ordine cronologico. È prevista una prima fase di candidatura preliminare, anche da parte di soggetti non ancora costituiti, seguita da una fase istruttoria che include un colloquio individuale per verificare le competenze e la consapevolezza imprenditoriale del proponente. Solo dopo l’esito positivo, si potrà costituire l’impresa e avviare la realizzazione degli investimenti, che dovranno concludersi entro il termine fissato dalla concessione. L’impresa deve mantenere la propria sede in Puglia per almeno tre anni, e non può essere partecipata da soggetti esterni in misura superiore al venticinque per cento. L’immobile individuato deve essere ad uso esclusivo e non condiviso con altre attività. In caso di società, lo statuto deve contenere una clausola che vieta il trasferimento di quote per i primi tre anni, salvo alcune eccezioni chiarite nel contratto di agevolazione.

Considerazioni finali

Il bando NIDI non è un’operazione di puro assistenzialismo, ma un programma pubblico serio e selettivo, costruito per premiare l’iniziativa di chi vuole realmente costruire un’impresa solida. Ogni passaggio è pensato per garantire che i fondi pubblici siano utilizzati in modo efficiente e che le nuove imprese siano davvero in grado di sostenersi nel tempo. È una misura che può cambiare la vita di chi ha talento, idee e determinazione, ma che ha bisogno di una spinta concreta per partire. Richiede però impegno, documentazione precisa, coerenza progettuale e una vera capacità imprenditoriale. Per chi ha tutto questo, NIDI rappresenta oggi uno degli strumenti più efficaci nel panorama italiano della finanza agevolata.

Avviso Nidi (Regione Puglia)
PDF – 653,3 KB 0 download

Compila il modulo e richiedi una prima consulenza