
Nel quadro delle politiche nazionali a sostegno dello sport paralimpico, il Dipartimento per lo Sport ha confermato per il 2025 l’Avviso pubblico per l’assegnazione gratuita di ausili destinati all’avviamento alla pratica sportiva di persone con disabilità.
La misura si inserisce nel Fondo unico a sostegno del potenziamento del movimento sportivo italiano, istituito con la Legge n. 205/2017 e rifinanziato annualmente. Per il 2025 la dotazione specifica ammonta a 1,5 milioni di euro, destinati esclusivamente all’acquisto di ausili sportivi di ultima generazione, messi a disposizione in uso gratuito.
Destinatari diretti e indiretti
Il Fondo per gli ausili sportivi è costruito su una doppia platea di riferimento: da un lato i beneficiari diretti, ossia i minori e i giovani con disabilità che materialmente riceveranno l’ausilio; dall’altro i soggetti richiedenti, cioè le associazioni e società sportive dilettantistiche che fungono da interfaccia obbligata con la pubblica amministrazione.
La richiesta deve provenire da una ASD o una SSD regolarmente affiliata a federazioni riconosciute dal Comitato Italiano Paralimpico e iscritta al Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche. I beneficiari diretti sono dunque persone con disabilità che rispondono a criteri rigorosi: devono risiedere in Italia, essere in possesso di un certificato di idoneità alla pratica sportiva non agonistica, ed essere tesserati presso una società sportiva affiliata al circuito paralimpico. Il Regolamento richiama espressamente le classificazioni dell’International Paralympic Committee, il che significa che solo le menomazioni e le condizioni ritenute “eleggibili” a livello internazionale danno diritto ad accedere al Fondo. Inoltre, il programma è pensato per l’avviamento alla pratica sportiva, non per il potenziamento di carriere già avviate: ecco perché chi ha già partecipato a Campionati Nazionali Assoluti non può presentare domanda, e chi ha ricevuto un ausilio negli anni precedenti non è ammesso a una nuova fornitura.
Accanto ai beneficiari diretti, vi sono dunque i destinatari indiretti, che coincidono con le ASD e SSD stesse. Sono loro che si accreditano alla piattaforma informatica, raccolgono la documentazione, acquisiscono i preventivi dai fornitori, certificano il possesso dei requisiti, vigilano sulla consegna e infine trasferiscono l’ausilio in comodato al ragazzo. Non ricevono un vantaggio patrimoniale personale, poiché la proprietà degli ausili resta allo Stato.
Tipologie di ausili ammessi
Il cuore del Fondo non è l’erogazione di denaro, ma la messa a disposizione di ausili sportivi altamente specializzati, senza i quali la pratica paralimpica resterebbe preclusa a moltissimi minori. Il Regolamento 2025 allega un vero e proprio catalogo tecnico che funge da cornice vincolante (lo alleghiamo qui sotto): non tutto ciò che genericamente può essere definito “attrezzatura sportiva” è finanziabile, bensì solo quegli strumenti riconosciuti come ausili in senso stretto, adattati alle esigenze di una specifica disabilità e omologati secondo i regolamenti delle federazioni internazionali e nazionali.
La prima distinzione fondamentale riguarda la necessità o meno della prescrizione medica. Per alcuni ausili, soprattutto quelli costruiti su misura o che incidono direttamente sul corpo dell’atleta (carrozzine sportive su misura, protesi da corsa, sedie da tennis, paratie per powerchair football), è richiesta una vera e propria prescrizione redatta da un medico qualificato, seguita da un collaudo al momento della consegna. Questa procedura serve a garantire che l’ausilio sia non solo tecnicamente conforme, ma anche clinicamente adeguato al ragazzo che lo utilizzerà, riducendo il rischio di traumi o di utilizzo improprio.
Vi sono poi ausili che non richiedono prescrizione: è il caso di attrezzature meno invasive o standardizzate, come alcune carrozzine pronte all’uso (per minibasket in carrozzina), mazze da floorball adattate, o accessori specialistici. In questi casi il meccanismo è più snello: non serve certificazione medica, ma resta l’obbligo del preventivo intestato all’associazione sportiva e la validazione tecnica da parte della federazione competente.
Un altro elemento cruciale è quello dei limiti economici. Per ciascun ausilio il regolamento fissa un importo massimo riconoscibile, comprensivo di IVA e di ogni accessorio necessario. Dietro quei numeri c’è un’attenta ricognizione dei prezzi di mercato, svolta con il supporto di INAIL e CIP, proprio per evitare che i fornitori speculino su un fondo pubblico. Così, ad esempio, una carrozzina da basket su misura non può superare i 5.500 euro, mentre una da pronto uso si ferma a 2.360; una carrozzina per powerchair hockey o football, comprensiva di T-stick o paratia, arriva fino a 15.000 euro.
È importante sottolineare che questi ausili non sono beni “generici” acquistabili ovunque, ma strumenti prodotti da operatori economici specializzati, spesso inseriti in registri ufficiali (come l’ITCA del Ministero della Salute). Il preventivo caricato dall’associazione deve riportare dettagli tecnici minuziosi: componenti, accessori, lateralità della menomazione, tipologia di fornitura. La logica è quella di un tracciamento completo, per garantire che il bene consegnato corrisponda esattamente alle esigenze dell’atleta e al valore riconosciuto dal Fondo.
Iter di presentazione della domanda
Se il beneficiario diretto dell’ausilio è l’atleta con disabilità, il soggetto che può interagire con la Pubblica Amministrazione è sempre e soltanto la sua associazione o società sportiva dilettantistica. La prima tappa è la registrazione sulla piattaforma telematica ufficiale – ausiliperlosport.sportesalute.eu
– che costituisce l’unico canale valido per accedere al Fondo. Qui l’associazione deve accreditarsi inserendo codice fiscale, indirizzo email e soprattutto le coordinate bancarie di un conto intestato esclusivamente alla ASD/SSD. La piattaforma genera credenziali personalizzate (username e password), che resteranno l’unico strumento di accesso per tutte le operazioni successive.
Una volta accreditata, l’associazione può aprire la domanda per il singolo beneficiario. Qui emergono passaggi delicatissimi. Anzitutto, il sistema impedisce in automatico l’inserimento di nominativi già risultati beneficiari nelle annualità precedenti: questo per evitare doppi finanziamenti e garantire la massima diffusione del beneficio. Inserito il codice fiscale del ragazzo, occorre selezionare la disciplina sportiva paralimpica di riferimento e la tipologia di disabilità eleggibile secondo i criteri IPC.
Segue la parte più tecnica: la scelta dell’ausilio. Il catalogo online riporta tutte le tipologie ammesse, ciascuna con il relativo prezzo massimo. A questo punto l’associazione deve già aver acquisito un preventivo di spesa intestato a sé stessa, rilasciato da un fornitore autorizzato. Tale preventivo deve rispettare regole stringenti: se l’ausilio è soggetto a prescrizione medica, il documento deve contenere anche i dati dell’ITCA, la Camera di Commercio, la descrizione analitica della fornitura, la lateralità della menomazione e l’indicazione del costo complessivo con IVA. Se invece l’ausilio non richiede prescrizione, il preventivo deve comunque essere dettagliato e restare sotto la soglia di prezzo fissata dal Regolamento. Il sistema, infatti, blocca automaticamente l’inserimento di importi superiori al tetto massimo previsto.
Il legale rappresentante dell’associazione, con dichiarazione sostitutiva ex DPR 445/2000, si assume la responsabilità di affermare che il beneficiario è regolarmente tesserato, che il certificato medico è valido, che la prescrizione (ove richiesta) è agli atti, che è stato acquisito il consenso al trattamento dei dati personali e che non vi sono altre forme di sostegno pubblico per lo stesso ausilio.
Con l’invio telematico, la domanda entra in un percorso multilivello di validazione: la Federazione sportiva conferma l’affiliazione dell’ASD e l’inesperienza agonistica nazionale dell’atleta; l’INAIL, per gli ausili soggetti a prescrizione, verifica la coerenza tecnica del preventivo; infine una Commissione mista Dipartimento-CIP esamina l’ammissibilità complessiva. È solo al termine di questo iter, che può durare settimane, che arriva la comunicazione di ammissione o esclusione.
Meccanismo di assegnazione e tempistiche
Una volta che la domanda è stata inoltrata e ha superato i diversi livelli di verifica – federazione sportiva, INAIL, Commissione Dipartimento-CIP – si apre il momento decisivo: l’assegnazione. Qui entra in gioco l'ordine cronologico di arrivo delle richieste. Il Fondo, infatti, funziona con la logica dell’“a esaurimento”: le domande vengono ammesse fino a quando la dotazione economica annuale non viene interamente impegnata. Superata la soglia dei 1,5 milioni, la piattaforma chiude automaticamente, e anche una richiesta formalmente corretta, se pervenuta oltre il limite, non può essere accolta.
Una volta comunicata l’ammissione, il procedimento si articola in due canali paralleli, a seconda della tipologia di ausilio richiesto.
-
Per gli ausili che non richiedono prescrizione medica, il fornitore ha 45 giorni di tempo per consegnare l’attrezzatura all’associazione sportiva.
-
Per gli ausili che necessitano prescrizione e collaudo, il termine si estende a 90 giorni. In questo caso, la consegna non è considerata perfezionata finché non interviene il medico prescrittore (o un sanitario con pari qualificazione) a certificare, con collaudo in presenza, che l’ausilio corrisponde ai requisiti clinici e tecnici del beneficiario.
L'associazione sportiva deve comunicare entro cinque giorni al fornitore il provvedimento di ammissione, organizzare la consegna, vigilare sul collaudo, e infine attestare ufficialmente sulla piattaforma l’avvenuta ricezione dell’ausilio. Solo a quel punto il fornitore è autorizzato a emettere fattura elettronica, intestata alla ASD/SSD.
Il Dipartimento per lo Sport, ricevuta la fattura e le dichiarazioni necessarie (inclusa, per le ASD prive di dipendenti, la dichiarazione sostitutiva del DURC), procede a trasferire le somme all’associazione. Quest’ultima ha l’obbligo di girare il pagamento al fornitore entro 30 giorni, e contemporaneamente di consegnare l’ausilio al beneficiario finale in comodato d’uso gratuito trentennale.
Valore sociale e prospettive
Il Fondo per gli ausili sportivi, con tutte le sue complessità e i suoi passaggi burocratici, resta una delle misure più significative introdotte nel sistema italiano di politiche sportive. Perché? Perché non distribuisce sussidi monetari, ma mette direttamente nelle mani dei ragazzi con disabilità gli strumenti che rendono possibile la pratica sportiva.
Ogni ausilio assegnato genera una catena di effetti: la possibilità per una famiglia di vedere il proprio figlio integrarsi in un gruppo sportivo; per una società sportiva di crescere in competenze e responsabilità; per una comunità di assistere all’affermazione di pratiche inclusive che sfidano stereotipi e barriere culturali.
Le prospettive future dipenderanno dalla capacità di affrontare due nodi. Il primo è quello delle risorse economiche: 1,5 milioni di euro, pur rappresentando un impegno significativo, restano una cifra limitata se rapportata alla domanda potenziale. Il rischio di esaurimento fondi in pochi giorni è strutturale, e rischia di lasciare esclusi centinaia di ragazzi. Occorrerà quindi riflettere su un rafforzamento della dotazione e su forme di finanziamento pluriennale che diano stabilità al programma.